L’immissione in libera pratica

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Cos’è l'immissione in libera pratica?

L’immissione in libera pratica è un regime doganale definitivo che attribuisce alle merci non unionali la posizione doganale di merci unionali attraverso una dichiarazione doganale. La merce proveniente da Paesi extra-UE deve essere sottoposta ai controlli di confine prima di essere immessa in circolazione nel territorio unionale.

Che cosa prevede?

Nello specifico, l’immissione in libera pratica prevede:

la riscossione dei dazi all’importazione ed eventuali altri tributi (stazioni sperimentali, accise, ecc.);
l’applicazione di divieti, restrizioni e misure di politica commerciale (licenze, contingenti);
il superamento di controlli sanitari, veterinari o fitosanitari, laddove richiesti dalla normativa.

Con l’immissione in libera pratica si estingue l’obbligazione tra operatore e Autorità doganale attraverso il pagamento dei diritti di confine; questo può essere effettuato in qualsiasi Stato membro, in quanto i dazi riscossi a confine rappresentano una risorsa propria del bilancio unionale.

Le forme di immissione in libera pratica

Dal punto di vista operativo, l’immisione in libera pratica può avere le seguenti forme:

regime 40: se la merce deve essere immessa in consumo nel territorio nazionale, si realizza l’importazione definitiva, con pagamento del dazio e contestuale assolvimento dell’IVA come previsto dalla legislazione nazionale;
regime 45: all’immissione in libera pratica si affianca l’introduzione della merce in deposito fiscale ai fini IVA;
Regime 42: in fase di presentazione della merce in Dogana è già noto che questa sarà destinata a essere trasferita nel territorio di uno Stato membro diverso da quello dove avviene l’operazione doganale, dove questa verrà assoggettata a IVA; l’operazione si conclude con la registrazione negli elenchi intrastat.

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